Teleconsiglio

La prima volta che ho visto Chi vuol esser Milionario sono rimasta sconvolta. Prima di tutto, ricorderete, allora si voleva essere miliardari, c’erano le lire e quella cosa di diventare miliardario faceva davvero colpo. Però durò un anno soltanto in quanto arrivò poi l’Euro e ci si rassegnò a diventare al massimo milionari. Ho paura che prima o poi introdurranno qualcosa d’altro che toglierà ancora degli zeri dalla valuta ufficiale e bisognerà conteggiare non più in milioni, e tantomeno in miliardi, ma in migliaia. Anzi, secondo me a quel punto i governi e la Banca Mondiale rinunceranno a farlo, in quanto non esiste un termine per il programma nuovo (Migliaiario?) e allora per paura che Gerry Scotti la prenda malissimo e si arrabbi lasceranno le cose come stanno. Chissà.
Ma quello che mi sconvolse davvero era la rivoluzione nel concetto del quiz: fino a quel momento, e mi piaceva molto, il quiz era una cosa in cui dovevi sapere le cose ed essere veloce. Farlo diventare esattamente il contrario – dovevi indovinare una risposta tra quelle proposte e avevi tutto il tempo che volevi - fu una specie di scossa totale alla televisione tutta intera. Ma che dico avevi tutto il tempo? Te ne aggiungevano ancora, e se ti azzardavi ad avere fretta nel rispondere ti guardavano malissimo perché il gioco consisteva appunto nell’esatto contrario, suspense, attesa, gente incatenata al televisore.
Con la mia ben nota lungimiranza, quella prima volta decisi che il quiz in questa forma non sarebbe piaciuto a nessuno e che avrebbero chiuso tutto quanto in breve tempo. Ci ho azzeccato, no? Ah, le mie famose capacità divinatorie…
E quindi stasera, Canale 5 e Gerry Scotti fissi, siamo ancora qui vent’anni dopo ad aspettare i nuovi milionari, e ad aspettare risposte che prima o poi arriveranno, ci vorrà del tempo ma arriveranno. Tanto che mi viene da concludere che la fortuna di Chi vuol esser, il fatto di essere piaciuto invece a tutti, dipenda dal fatto che quel meccanismo somiglia a quello delle nostre vite. Ma quanto mi sento filosofa, oggi….
 
 
Lucy Ball