Teleconsiglio

Ne abbiamo già parlato, ma un po’ di sfuggita, quando è ripartita la nuova stagione. Ma lui è riuscito a spiazzarmi un’altra volta aggiungendo cose sempre divertenti e ancora più incredibili al suo repertorio. E quindi siccome è lunedì parliamo un po’ di più di Cristiano Militello, folletto di Striscia la Notizia, che il lunedì sera ci delizia con lo storico Striscia lo striscione – che è esilarante perfino per me che, come sapete, con il calcio, beh, insomma…
Ma l’avete visto? Quel burlone si è inventato un nuovo personaggio, che si chiama “Difetta Leotta”: ed è sempre lui, in panni femminili, con dei rigonfiamenti da paura addosso, per fare la parodia di una nota e appariscente giornalista sportiva della tv.
Beh, diciamolo, non ho mai visto niente di più agghiacciante in vita mia e spero davvero di non sognarmelo di notte: ma quanto si ride? Anche perché in quei panni il nostro CM rende ancora più divertenti i suoi incontri con la gente comune, con i tifosi presi alla sprovvista per strada – purtroppo per i noti motivi bisogna stare lontani, usare microfoni che hanno un’asta lunghissima e così via, speriamo davvero che tutto questo finisca presto, cari miei.
E quindi Cristiano è ancora di più un appuntamento fisso del lunedì sera – volendo serve anche per caricarsi un po’ in vista della maratona successiva con il Grande Fratello Vip. E non dimentichiamo l’altro appuntamento in settimana, ovvero quello con Striscia il Cartellone, nel quale le cose più buffe d’Italia, tra insegne di negozi, strafalcioni, cose bizzarre, finiscono tutte nel suo spazio: anche perché ormai la gente lo sa, se vede una cosa buffa in giro la fotografa e la invia a Militello. È un vero circolo virtuoso, altroché.
Al punto che faccio una cosa che in questo spazio non ho mai fatto. Ossia, faccio pubblicità al suo libro, anzi sono due, nel quale ha raccolto il meglio di striscioni e cartelloni. E lo faccio per due motivi: il primo è che l’incasso delle vendite va a una bellissima iniziativa benefica. Il secondo? Quando ho letto, ovvero sfogliato, il primo libro avevo iniziato a fare delle piccole orecchiette (non quelle, quelle altre che si fanno piegando un po’ la pagina) alle pagine dove c’era qualcosa che mi faceva davvero divertire. Ma dopo un po’ mi sono accorta che stavo facendo orecchiette (non quelle altre, ancora) a tutte le pagine: e che quindi tanto valeva non farle e decidere che l’intero libro era come un’orecchietta infinita.


Lucy Ball