Che si guarda nel weekend? Ora, tra tutti i dilemmi di questo tempo, questo è davvero il più piacevole di tutti e quindi proviamo a viverlo – e risolverlo – quasi con gioia. Io ci ho messo pochissimo, va detto. Perché ho visto che oggi pomeriggio, sabato, su Cine34, passa un capolavoro assoluto della comicità di casa nostra, ma davvero uno di quei film che solo rileggerne ogni tanto il titolo mi mette di buon umore.
E quindi lo dico: Fracchia la Belva Umana. Ci metto anche tutte le maiuscole, perché davvero, avendo avuto il – diciamo – privilegio di averlo visto giovanissima (ma molto, molto giovane) al cinema – era il 1981 – ne conservo un ricordo memorabile. Quante risate e quanti big della risata medesima in azione.
E dire che magari ce lo ricordiamo poco perché se diciamo Paolo Villaggio pensiamo subito a Fantozzi e poi passiamo oltre. E invece Fracchia la Belva Umana (vai con le maiuscole) per me è stato anche superiore a quei meravigliosi film. Villaggio, appunto, ma poi Lino Banfi – indimenticabile commissario, e so che tutti state pensando allo stornellatore che lo accoglie all’ingresso della trattoria… – Massimo Boldi, Gigi Reder, Anna Mazzamauro (ovvero c’erano quasi tutti i “fantozzisti”), un giovane Francesco Salvi e poi, e poi. E tutti coordinati da quel genio del film comico che è Neri Parenti: ah, e tra gli sceneggiatori ce n’erano anche due colossali che hanno fatto la storia della commedia all’italiana, ovvero Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi.
Che risate, ma tante. Un vero classico (ma lo sapete che era il rifacimento, in chiave comica, di un grande film americano firmato addirittura John Ford nel 1935? Era Tutta la città ne parla), con almeno dieci scene che sono entrate nella storia della nostra comicità – non ditelo a nessuno, ma ogni tanto ne rivedo qualcuna, a pezzetti, cercando sul web.
E no, stavolta non mi prendete in castagna. Non ricomincerò a dire frasi del tipo: com’erano belli e divertenti i film di una volta…. Però lo penso. E lo penserò per tutto il weekend.
Lucy Ball
E quindi lo dico: Fracchia la Belva Umana. Ci metto anche tutte le maiuscole, perché davvero, avendo avuto il – diciamo – privilegio di averlo visto giovanissima (ma molto, molto giovane) al cinema – era il 1981 – ne conservo un ricordo memorabile. Quante risate e quanti big della risata medesima in azione.
E dire che magari ce lo ricordiamo poco perché se diciamo Paolo Villaggio pensiamo subito a Fantozzi e poi passiamo oltre. E invece Fracchia la Belva Umana (vai con le maiuscole) per me è stato anche superiore a quei meravigliosi film. Villaggio, appunto, ma poi Lino Banfi – indimenticabile commissario, e so che tutti state pensando allo stornellatore che lo accoglie all’ingresso della trattoria… – Massimo Boldi, Gigi Reder, Anna Mazzamauro (ovvero c’erano quasi tutti i “fantozzisti”), un giovane Francesco Salvi e poi, e poi. E tutti coordinati da quel genio del film comico che è Neri Parenti: ah, e tra gli sceneggiatori ce n’erano anche due colossali che hanno fatto la storia della commedia all’italiana, ovvero Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi.
Che risate, ma tante. Un vero classico (ma lo sapete che era il rifacimento, in chiave comica, di un grande film americano firmato addirittura John Ford nel 1935? Era Tutta la città ne parla), con almeno dieci scene che sono entrate nella storia della nostra comicità – non ditelo a nessuno, ma ogni tanto ne rivedo qualcuna, a pezzetti, cercando sul web.
E no, stavolta non mi prendete in castagna. Non ricomincerò a dire frasi del tipo: com’erano belli e divertenti i film di una volta…. Però lo penso. E lo penserò per tutto il weekend.
Lucy Ball
