Teleconsiglio

A caccia di repliche, come è naturale che avvenga in questo periodo. Ma alla sottoscritta piacciono soprattutto quei ripescaggi di cose che poi ti portano a riflettere o a pensare a com’era una volta, nel periodo in cui quello che ti appresti a rivedere era davvero di moda. E a quel punto mettersi a misurare la distanza dal tempo, scoprire cos’è cambiato etc etc. Per esempio stamattina su Italia 1 vanno due episodi di una serie che all’epoca sembrava quasi doveroso realizzare e anche guardare. Si chiama Bones, che significa ossa, ed è tratta da romanzi che ai tempi venivano venduti in tutto il mondo a milioni di copie, scritti da Kathy Reichs.
Bones significa ossa e quindi, anche se non conoscete la serie, capite benissimo dove si va a parare: cose di cronaca nerissima, omicidi seriali, autopsie e così via. Oggi non verrebbe più in mente a nessuno, ma c’è stato un periodo, direi lunghissimo, almeno tre decenni forse, nel quale sull’onda di serie fortunate (quella di Hannibal, soprattutto) sembrava che il mondo fosse attraversato da una voglia irrefrenabile di delitti violenti, indagini serrate condotte quasi da poliziotti-scienziati, autopsie come se piovesse e cose assai efferate. Ma proprio una cosa che ti poteva succedere che chiedevi a un bambino cosa volesse fare da grande e lui ti rispondeva: l’anatomo-patologo (se rispondeva: il serial killer, allora c’era davvero da preoccuparsi…).
E in giro per il mondo c’era sempre notizia di qualche serial killer in azione: poi, all’improvviso, nessuno o quasi ha più scritto libri o girato serie e film in tema. E il bello è che sono anche spariti i serial killer nella realtà! Mah, c’è qualcosa che non mi torna. 
E comunque Bones è una bella serie, si può seguire ogni singolo episodio come se fosse un pezzo a parte (stavo per dire articolazione…) e appunto ci fa ripensare a quel periodo, magari rimpiangendolo anche un po’ (per certi bellissimi film e serie, s’intende, non per i serial killer….).
 
Lucy Ball