Teleconsiglio

Ogni tanto abbiamo parlato dell’abitudine del mondo del cinema di dare ai film titoli che sono versi, o anch’essi titoli, di canzoni famose. La cosa ci piace, ma ci sono quei casi in cui la scelta risulta particolarmente azzeccata. E allora viene da chiedersi: è merito del regista e degli autori che hanno saputo scegliere tra centinaia di canzoni oppure è merito di chi ha scritto la canzone senza, peraltro, immaginare che sarebbe stata usata anche per altre forme di arte&spettacolo?
In questo caso mi sento di dirlo con sicurezza: è merito di chi ha scritto la canzone. E sto parlando del fatto che stasera su Cine34 viene trasmesso in prima serata Mio fratello è figlio unico. Che è un film di notevole spessore, è diretto da un ottimo regista – Daniele Luchetti - ha due protagonisti tra i più bravi in assoluto del nostro cinema – Elio Germano e Riccardo Scamarcio – e racconta appunto un storia controversa tra due fratelli attraverso gli ultimi decenni.
Beh, il merito va a Rino Gaetano, senza alcuna discussione: il genio era lui, il grande artista era sempre lui, il folletto irresistibile in grado di avere intuizioni fantastiche come quella canzone e quel titolo. Che, badate bene, non è solo un colpo a effetto – direbbero nel calcio, o nel biliardo… - ma è un paradosso che ha un significato profondo e che soprattutto induce un pensiero importante e una riflessione adeguata in chi ascolta. In quanti si saranno chiesti negli anni: ma che vuol dire Mio fratello è figlio unico? E, se dotati di buona volontà, hanno cercato di scoprirlo, magari raggiungendo interpretazioni diverse, ma pensandoci: che è sempre la cosa più importante da farsi, anche ascoltando una canzone o guardando un film.
 

Lucy Ball